Social Network Fake Marketing e reputazione online
E’ la solita annosa questione: il fine giustifica i mezzi?
E’ lecito (o meglio opportuno) portare traffico sul proprio sito a qualsiasi costo? Possiamo ricorrere anche su Facebook al vecchio adagio che recita “Tira più un pelo di f..a che una coppia di buoi in discesa”?
Qualcuno ci ha provato. Senza sapere che tipo di risultati effettivi ha ottenuto proviamo ad analizzare quanto ha realizzato una agenzia nostra concorrente di Bologna.
In Facebook è stato realizzato un falso profilo a nome di Pamela Rossi, sedicente modella domiciliata a Roma. Pamela grazie alle sue grazie (dalle foto pare davvero una bambola più bella di Barbie) ha attirato oltre 2000 amici in meno di 6 mesi (da ottobre 2011), ovviamente in gran parte di sesso maschile.
Pamela è molto gentile e ringrazia volentieri coloro che le lasciano complimenti e apprezzamenti nei commenti. Incredibile: una bellissima modella che non se la tira anzi è davvero alla mano.
Il dubbio sorge quando in ogni post di Pamela si trovano link che conducono ai servizi della sedicente agenzia. Come mai una così bella ragazza che fa la modella non si interessa di viaggi, profumi, moda, film etc. ma solo di SEO?
Proviamo allora a cercare in Google l’immagine del profilo di Pamela per ottenere qualche informazione in più, e dai primi risultati si evince immediatamente che la nostra Pamela si chiama in verità Berit Birkeland ed è di Minneapolis.
Questa tecnica che gli addetti ai lavori chiamerebbero di “blackhat” che tipo di risultati porta? Se guardiamo la fan-page dell’agenzia Bordersite qualche risultato l’ha avuto: 10K
Like non sono pochi e servono senz’altro molti euro di Social Advertising per procurarseli, ma che tipo di vantaggio portano? E che tipo di visibilità garantiscono sulla rete in generale per l’aspetto professionale? Nel social più “professional” per antonomasia (LinkedIn) i follower dell’agenzia Bordersite sono solo 2.
Ciò che certamente ne risente è la reputazione della sopra menzionata Agenzia: come la prenderebbero i 2000 amici di Pamela se sapessero che la gentile donzella verso la quale non si risparmiano complimenti è in realtà una grossa presa per i fondelli?
Non è forse meglio rivolgersi ad una web agency seria e capace che non vi faccia fare simili figure nei social network?
Attendo opinioni diverse per confrontarmi, magari del diretto interessato semmai troverà questo post.
1stonthenet è la discarica dei miei deliri digitali.
(cit. Paolo Attivissimo)
Come nella Prima Repubblica del web, anche nella seconda, c’e’ ancora chi crede che le tecniche fake ripaghino in termini di soddisfazioni ed efficacia. Sono fuori strada.
Ripaga la serietà, il rispetto della parola data, l’educazione e la sincerità. Sissignore.
Tutto il resto?
“Organza”.
Buona giornata.
(cmq gran bella ragazza devo dire)
Non capisco nemmeno la relazione che può esserci tra avere follower spontanei su Twitter e comprarseli come piselli al supermercato.