Mobile advertising in crisi?
Il mobile advertising è decisamente sulla cresta dell’onda, al punto tale da essere cresciuto più del 50% solo nell’ultimo anno, coinvolgendo una somma di investimenti superiore alla straordinaria cifra di 56 milioni di euro. Attualmente, pur rappresentando certamente uno dei settori più appetibili per chiunque si occupi di digital marketing, tanto che fino al 5% degli introiti di questo settore sono legati proprio alla pubblicità su piattaforme mobili, non può ancora considerarsi un mercato affidabile e completamente “sano”. Vi spiego il perché.
Secondo una ricerca, condotta a pubblicata da TradeMob, sui dispositivi mobili, più del 40% dei click è inaffidabile: quasi la metà del totale dei click ricevuti sarebbero un fake, mentre solo il restante 60% rappresenterebbe la reale risposta di mercato da parte degli utenti. C’è da chiedersi se valga la pena vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, dal momento che comunque il settore legato al mobile advertising è ancora in fase di sperimentazione e di crescita, specialmente negli ambienti dei social network che, al contrario, sappiamo rappresentano una delle priorità per molti utenti legati alla rete. Di fatto, però, i dati parlano chiaro.
Eliminare il 40% dei click, considerandoli come fasulli, significa tagliare gran parte delle opinioni positive e delle speranze di far fruttare le diverse soluzioni che il mobile advertising mette a disposizione e che sono state adottate, nel tempo, da numerosi pubblicitari digitali, oltre a far crollare la reputazione di questo settore.
Trademob ha effettuato la ricerca su un campione composto da oltre 100 network per la pubblicità mobile e analizzando più di 6 milioni di click provenienti da ogni parte del mondo, per diverse settimane. Del famoso 40% citato in precedenza, il 18% dei click sarebbe frutto di frodi telematiche, in particolare l’8% avrebbe origine server-side mentre il 10% sarebbe da imputare a bot o altri strumenti client-side. Il restante 22% dei click sarebbero, invece, accidentali o erronei (evenienza a volte incrementata dalla stessa natura degli annunci pubblicitari che, se posti nel luogo sbagliato o caratterizzati da dimensioni eccessivamente grandi, potrebbero essi stessi indurre ad aumentare il numero di click falsi).
Resta quindi al mobile e a al suo sviluppo, specialmente all’interno dei social network che rappresentano ancora un territorio parzialmente inesplorato, smentire i dati riportati dalla ricerca e darci nuove e entusiasmanti speranze.
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