Ambienti navigabili a tutto tondo, alla scoperta dei virtual tour
Per Virtual tour si intende un insieme di fotografie panoramiche, navigabili a 360° e riferite allo stesso soggetto. Lo stesso tipo di prodotto, con la stessa tecnica e lo stesso risultato, viene identificato come fotografia denominata indifferentemente come:
- Sferica;
- in realtà virtuale;
- immersiva;
- Tour virtuale.
Ogni fotografia a 360° viene percepita sullo schermo del computer come unica, ma in realtà è costituita da una somma di scatti diversi, realizzati separatamente e poi “cuciti” insieme in fase di post-produzione.
I tour virtuali sono molto utili per presentare degli ambienti e renderli navigabili. Gli utenti, cioè, possono spostarsi a piacimento in tutte le direzioni, a partire da un determinato punto di vista.
Questo tipo di tecnologia si presta ad essere sfruttata con finalità culturali, didattiche, educative, promozionali e commerciali:
- Per far navigare le stanze di un museo, gli ambienti di un’opera architettonica, un sito di interesse culturale;
- in ambito immobiliare, si può usare per illustrare i vari ambienti di un appartamento in affitto o in vendita;
- nel settore turistico, per mostrare un villaggio vacanze, un albergo, un resort, le attrazioni e i monumenti di una località turistica;
- le stesse potenzialità si possono applicare anche al ramo sportivo: per far navigare gli appassionati lungo il perimetro di un campo da gioco, di un palazzetto o di uno stadio.
Per realizzare un virtual tour esistono modalità diverse, che richiedono equipaggiamenti più o meno sofisticati. Anche i risultati, di conseguenza, variano nella qualità e nel grado di realismo raggiungibile.
Se l’intento è quello di realizzare un tour virtuale di buona qualità, l’attrezzatura di base comprende una serie di strumenti:
- macchina fotografica digitale con obiettivi intercambiabili, reflex o mirrorless;
- obiettivo fisheye;
- cavalletto con testa panoramica;
- cavetto flessibile o remote controller.
Questo equipaggiamento, molto tecnico, è quello richiesto per realizzare prodotti professionali di elevato spessore.
Tuttavia, per creare video e fotografie a 360 gradi si possono sfruttare anche metodologie più accessibili ed economiche. Le possibilità offerte dal mercato sono diverse e a portata di tutte le tasche.
Per creare contenuti in realtà virtuale, da fruire tramite visori VR e device multimediali, infatti, si può utilizzare anche la fotocamera del proprio smartphone.
Per potenziare le capacità fotografiche e di calcolo dello smartphone richieste da questo tipo di contenuti è sufficiente ricorrere all’uso di app specifiche. Tra queste, Google Photo Sphere, funzionalità inclusa in Google Street View, che consente di creare foto panoramiche e foto a 360 gradi che si possono poi caricare all’interno di Google Maps e di Google Street View.
Il funzionamento dell’app è ottimizzato per riprendere monumenti e siti di interesse storico, ma si può sfruttare per qualunque ambiente. E può rivelarsi conveniente per illustrare a chi effettua ricerche localizzate su Google gli ambienti di un’attività commerciale.
Per la realizzazione di video e foto a 360 gradi esistono anche specifiche fotocamere a 360 gradi. In commercio ce ne sono molte, da quelle di poche decine di euro a quelle che ne valgono qualche centinaio.
Dopo aver realizzato i contenuti tramite smartphone o fotocamera a 360 gradi, il passo successivo è quello di renderli fruibili. Per farlo, oltre a Google Street View, si possono sfruttare anche Facebook e Youtube (alcune delle piattaforme che supportano i contenuti in realtà virtuale).
Per creare un virtual tour, invece, bisogna prestare attenzione in fase di produzione: dopo aver scelto i punti da cui scattare le foto, per ognuno di questi punti bisogna preoccuparsi di immortalare 4 foto per ogni direzione (davanti, dietro, destra e sinistra).
Successivamente, occorre mettere insieme le foto in fase di postproduzione. Per farlo, si può ricorrere ad un’applicazione automatica che consenta di aggiungere una serie di comandi. Per spostarsi a destra, a sinistra, avanti e indietro. E per permettere di girare attorno ad un punto fisso per osservare l’ambiente circostante.
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