Se gli errori degli altri diventano opportunità di marketing positivo: caso Barilla
Molti di voi sicuramente saranno già a conoscenza del misfatto avvenuto recentemente in casa Barilla, ma per quanti di voi non lo sapessero, mi appresto a farne un breve riassunto.
Lo scorso mercoledì, durante il consueto appuntamento radiofonico de “La Zanzara” su Radio 24, il conduttore Giuseppe Cruciani introduce una discussione riguardante gli spot pubblicitari in generale e il ruolo della donna nella comunicazione. Dopo aver ribadito l’importanza della presenza della donna nella famiglia, il patron di casa Barilla Guido, 55enne pronipote del fondatore Pietro, se ne esce con questa dichiarazione:
Non faremo pubblicità con omosessuali, perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d’accordo, possono sempre mangiare la pasta di un’altra marca. Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non infastidiscano gli altri.
Ovviamente le affermazioni del presidente hanno suscitato non poche aspre polemiche sul web, a partire da quelle degli stessi consumatori che hanno prontamente assediato tutti i profili social dell’azienda per dissentire con le affermazioni di Barilla, giudicate insolenti e offensive, e per far valere le proprie opinioni. Immediatamente sono sorte decine e decine di movimenti, contraddistinti dagli hashtag #boicottabarilla o #boycottbarilla, pronti a sabotare l’operato dell’azienda attraverso operazioni di boicottaggio e di mancato acquisto dei loro prodotti in tutto il mondo.
Ma la vera energica e tenace risposta alle dichiarazioni del portavoce dell’azienda sono giunte principalmente da quelli che rappresentano i suoi principali competitors che, quindi, si sono dimostrati capaci di cogliere l’occasione negativa per dimostrare la loro assoluta distanza dalle idee espresse da Barilla. Se, infatti, l’infelice affermazione del presidente Guido, ha provocato non pochi danni all’immagine e alla reputazione della famosissima impresa di famiglia, i suoi concorrenti sono stati in grado di cogliere la palla al balzo e di trasformare una situazione di difficoltà e di disagio in un ottimo momento per far conoscere la propria personalità e i propri interessi nei confronti dei consumatori.
Immediatamente sono apparse su Facebook e su Twitter le risposte di Buitoni e di Garofalo, due tra i principali rivali di Barilla: la prima ha sentitamente affermato che “A casa Buitoni c’è posto per tutti”, mentre la seconda ha dichiarato che “Le uniche famiglie che non sono Garofalo sono quelle che non amano la pasta”. Persino un’azienda completamente esterna al mercato, ma da anni impegnata nella lotta per l’affermazione dei diritti delle coppie omossesuali, come Ikea, ha asserito che “Tutti devono essere rispettati”.
Repentine le scuse di Guido Barilla:
Non volevo offendere nessuno. Abbiamo il massimo rispetto per i gay e per la libertà di espressione di chiunque
ma ormai, come si suol dire, la frittata è stata fatta. E per quanto alcuni sostengano che anche le campagne di marketing dei competitors, in risposta alle dichiarazioni di Barilla, altro non siano che semplici e pure azioni di marketing e di pubblicità, è indubbio che queste aziende siano state particolarmente abili a trarre profitto dagli errori di percorso dell’azienda che fino ad oggi ha rappresentato il principale leader di mercato nel proprio settore.
Sono state, però, soprattutto capaci di prendere posizione e di affermare veemente le proprie idee. Non bisogna, infatti, dimenticare mai che le aziende prima di ogni altra cosa quotidianamente parlano ai consumatori che, di conseguenza, le apprezzano anche per i messaggi che esse trasmettono.
Voi come vi siete sentiti di fronte alle affermazioni di Barilla? Cosa avete pensato? Come avreste reagito se vi foste trovati nei panni dei suoi concorrenti? Fatecelo sapere..!
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